sabato 1 marzo 2025

Papasidero e la grotta del Romito

La grotta del Romito



 Papasidero è un comune italiano di 591 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria.

Geografia fisica

Il suo territorio, compreso tra 75 e 1463 metri di altitudine, è la riserva naturale orientata della Valle del fiume Lao (D.M. Ambiente - luglio 1987) e fa parte del parco nazionale del Pollino. Alle pendici della collina su cui si erge scorre il fiume Lao lungo il quale i turisti sono soliti praticare lo sport del rafting.

Storia

Il nome deriva dal greco Papàs Isidoros, un monaco bizantino basiliano di un monastero greco-ortodosso della zona. Alcuni storici calabresi ritengono che Papasidero sia sorto nel territorio dell'antica città greca di Skidros, una delle colonie di Sibari che faceva da collegamento tra Sibari e Laos e che il nome derivi da essa.

Simboli

Lo stemma e il gonfalone del comune di Papasidero sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 dicembre 1978.

«D'azzurro, ad una montagna di tre vette al naturale, sormontata da tre stelle d'oro raggiate di otto, disposte 1, 2. Ornamenti esteriori da Comune.»

Le stelle alludono a sidereus ("stellato") per assonanza con il toponimo, sovrastanti la rupe sulla quale sorge il paese. Il gonfalone è un drappo troncato di bianco e di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse

Da visitare il santuario di Nostra Signora di Costantinopoli del XVII-XVIII secolo e il sito archeologico della Grotta del Romito. Caratteristico è il centro storico di impianto medievale con alla sommità del borgo la chiesa madre di San Costantino e il castello normanno-svevo. La cinta muraria medievale presenta delle antiche porte d'ingresso al borgo tra cui si conserva ancora quella del cambio della Guardia.


Fonte Wikipedia




giovedì 27 febbraio 2025

Matteo Renato Imbriani

Matteo Renato Imbriani


Matteo Renato Imbriani (Napoli, 28 novembre 1843 – San Martino Valle Caudina, 12 settembre 1901) è stato un politico italiano, esponente del Partito radicale storico.

Biografia

Figlio del letterato Paolo Emilio Imbriani, originario di Roccabascerana, seguì il padre in esilio ed ebbe una ferrea educazione, dapprima in un collegio privato di Torino, poi in un collegio militare.

Nel 1859 combatté coi sardo - piemontesi, nel 1860 fu con Garibaldi a Castel Morrone. Nel 1866, capitano, combatté nel Trentino. Successivamente si recò in Francia, per rilevare la salma del fratello Giorgio, caduto nel 1870 a Digione, contro i Prussiani. Per oltre 40 anni ha custodito a casa sua l'urna con i resti di Pilade Bronzetti, che vennero consegnati dalla moglie Irene alla città di Trento il 27 settembre 1921.

Il primo contatto con la realtà irpina, dove poi soggiornerà a lungo negli anni finali della vita, ci fu nel triennio 1872-1875 quando con la moglie si stabilì a San Martino nella casa di famiglia, ma, nonostante il forte legame alle origini della famiglia, trascorse solo pochi anni a San Martino Valle Caudina (AV). Questo primo e breve periodo di soggiorno nella Casa Giulia, per ragioni di salute e per affari politici, non lasciò alcun segno evidente nella vita politica del paese. L'insuccesso delle sue candidature nelle elezioni di quella provincia lo testimonia.

Veri centri della sua attività politica furono Napoli e la Puglia, che lo elesse deputato nei collegi di Trani e di Corato. Anche a lui si deve la realizzazione dell'Acquedotto Pugliese. Un articolo del Corriere delle Puglie riporta, dalla penna del suo direttore Martino Cassano (nonostante la profonda avversione tra i due), l'appassionata dialettica con cui l'On. Imbriani sottolineò la necessità per la Puglia di un acquedotto funzionale, in seno ad una riunione tematica tra buona parte dei deputati pugliesi convocata dall'allora Presidente della Provincia Lattanzio.

Morì nella sua amatissima Casa Giulia il 12 settembre 1901. La moglie Irene Scodnik è stata il suo più attendibile biografo.

Monumenti commemorativi

Nella sua ultima abitazione è presente una lapide, fregiata da rame bronzeo, di quercia e d'alloro, con una magnifica nobilissima iscrizione.

 «(Napoli) Matteo Renato Imbriani ammoniva da questa casa il popolo prediletto d'intendere con opera animosa e costante alla integrità e alla libertà d'Italia minacciate da rissose ambizioni, insidiate da colleganze codarde. Il sodalizio democratico, ricordando il magnanimo cittadino e proseguendone l'opera, ravviva la sua fede nella vittoria dell'Ideale. XX Settembre MCMV.»

(Epigrafe di Mario Rapisardi)

Dopo la sua morte molte altre lapidi furono a lui dedicate: ad Ariano di Puglia il 20 settembre 1902; ad Avellino sulla facciata del Palazzo dei Tribunali 26 ottobre 1902 dove si legge un'epigrafe di Giovanni Bovio e ovviamente a San Martino Valle Caudina fatta dall'onorevole Roberto Mirabelli. Anche sulla facciata del palazzo comunale di Poggio Mirteto vi è, dal 1911, una lapide che ricorda come "apostoli della libertà" lui ed Andrea Costa.

A Barga (LU) sulla terrazza del Caffè Capretz, allora ritrovo della nobiltà locale, vi è una lapide, composta da Giovanni Pascoli, che ne ricorda la presenza:

«" Da questa terrazza

 il tre di agosto del 1897

Antonio Mordini e Matteo Renato Imbriani

contemplarono il tramonto

e il sole illuminando le fronti severe e serene

dei due apostoli dell'ideale

sembrava ricingere di un fulgor di gloria

le due forti generazioni che fecero l'Italia.

Sole che quando tramonti non fai che promettere l'alba

 sia dell'italica idea sia della gloria così"»

Nel nord-est del centro storico di Perugia vi è una via denominata Matteo Renato Imbriani; Parma gli ha invece intitolato una delle principali strade del caratteristico quartiere dell'Oltretorrente. Anche ad Altamura, Roma, Trieste, Catania, Zafferana Etnea, Sesto Fiorentino, Lecce, Barletta, Trani, Canosa di Puglia, Napoli, Afragola, San Giovanni Rotondo, Bisceglie, Mola di Bari, Rutigliano, Minervino Murge, Spinazzola, esistono strade a lui intitolate. Un'imponente statua in bronzo nel centro storico, una via ad essa adiacente e una scuola media sono state a lui dedicate a Corato (BA). A Canosa di Puglia, al centro di una piazza a lui intitolata, si erge maestosa la sua statua in bronzo al disopra di un piedistallo in pietra. Anche ad Andria, nella piazza a lui intitolata, primario nodo viario della città, si trova un suo busto su piedistallo in pietra. A Bari gli è stata dedicata anche una scuola media oltre all'omonima via dove si trova la scuola. Sulla facciata del Municipio di Poggio Mirteto vi è una targa che ricorda un suo comizio. Nel 2015 è stato posto il suo busto in bronzo su piedestallo di pietra davanti alla facciata del municipio di San Martino Valle Caudina.


Fonte Wikipedia 


mercoledì 26 febbraio 2025

Grisolia

Grisolia

Grisolia (Grìsulia in calabrese), è un comune italiano di 2 157 abitanti della provincia di Cosenza, facente parte del Parco nazionale del Pollino. Inoltre, il comune si affaccia sulla costa tirrenica dell'alto Tirreno della Calabria.

Geografia fisica

Curiosa è la sua posizione geografica, infatti è arroccato su un colle ed è separato dal vicino abitato di Maierà da un burrone (i due paesi distano solo 900 metri in linea d'aria).

Ben noto centro balneare, Grisolia si trova al centro della Riviera dei Cedri con la sua felice posizione a 465 metri di altitudine. Inoltre fa parte del Parco nazionale del Pollino per oltre 33.300 ettari, dove, a 1905 metri s.l.m., si trova il versante occidentale del Monte La Mula, la quota più alta raggiunta da un comune italiano con sbocco al mare.

È un'area ad alta biodiversità dove i castagni secolari (castagno del ramarro) ne sono i simboli. La presenza del capriolo autoctono e del lupo appenninico, sono i caratteristici simboli faunistici del territorio montano; sui costoni del La Mula, il Pino Loricato, simbolo del Pollino, ne impreziosisce la biodiversità. Inoltre in Località Pantanelli è presente un'area attrezzata e una sorgente.

Il territorio comunale risulta essere molto eterogeneo, estendendosi dal Litorale sul Mar Tirreno, dove è posta la frazione Acchio, al versante occidentale del Monte La Mula, posto alla quota di 1905 metri sul livello del mare.

Il paese presenta tre nuclei abitativi: la zona nuova o lido a ridosso del mare, la zona intermedia presso la stazione ferroviaria o zona marina ed il nucleo del centro storico.

Storia

Centro di origine medioevale, il cui nome, secondo alcuni studiosi potrebbe essere derivato dal greco Chrousolea o dal latino Chrisena, che in entrambi i casi significa oro. Non è bene certo se si riferisce alla particolare fertilità delle sue terre o se invece veramente c'era la presenza di miniere d'oro.

Nel territorio del Monte la Mula, fin dalla preistoria, vennero sfruttate vene metallifere dalle quali furono estratti diversi metalli, tra i quali rame, ferro e oro.

Monumenti e luoghi d'interesse

Il centro storico

L'interno di Grisolia è un intrico di vicoli, scale, archi e supporti. I vicoli sono innumerevoli e diversi tra loro per lunghezza e larghezza. Una caratteristica dell'architettura del centro storico e il supporto, in dialetto lo spuortu, tratti coperti dove le case sono una addossata all'altra. Particolarmente diffusa nelle costruzioni, è la pietra di Grisolia. Molto usati nella copertura dei tetti sono i coppi d'argilla, in dialetto ceramili. Questo motivo appare così diffuso tanto da potersi considerare ricorrente nell'edilizia grisoliota. Questi ultimi formano con l'attaccatura al muro una smerlatura di singolare effetto. Le mura sono lasciate grezze e non intonacate.

I palazzi si distinguono per mole, stile ed età. Tra di essi spiccano il Palazzo Ducale, che risale al XV secolo, oggi di proprietà comunale; Il Palazzo de Patto in zona castello e il Palazzo Tosto sopra lo spuorto di Via Sotto le Mura. Nelle strade confluiscono i vicoli, vanelle, una volta quasi tutti predisposti a gradinate di pietra, oggi, pavimenti in porfido con elementi decorativi e ciottoli di fiume.


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Fonte Wikipedia