sabato 14 gennaio 2023

Le Bugie !!



Le bugie hanno le gambe corte, ma il naso lungo come Pinocchio: è un modo di dire proverbiale molto diffuso e dal significato piuttosto chiaro: le menzogne sono destinate a fare poca strada, a essere inevitabilmente scoperte, più o meno rapidamente.


giovedì 12 gennaio 2023

La Città dei Sassi !!

 La Città dei Sassi !!

Matera è una città situata su un affioramento roccioso in Lucania, nell'Italia Meridionale. Include l'area dei Sassi, un complesso di Case Grotta scavate nella montagna. Evacuati nel 1952 a causa delle misere condizioni di vita, i Sassi ospitano ora musei come la Casa Grotta di Vico Solitario, con mobili e utensili artigianali d'epoca. Una delle vicine chiese rupestri è Santa Lucia alle Malve, con affreschi del XIII secolo. La Città dei Sassi è considerata la terza più antica al mondo. Il primo insediamento risale a circa diecimila anni fa. Ne sono testimonianza i numerosi reperti preistorici rinvenuti lungo entrambe le sponde della Gravina. Tali reperti fanno riferimento a periodi tra paleolitico e neolitico.

mercoledì 11 gennaio 2023

Il Vento !!

Il Vento !!

In meteorologia il vento è il movimento di una massa d'aria atmosferica da un'area con alta pressione (anticiclonica), a un'area con bassa pressione (ciclonica). In genere con tale termine si fa riferimento alle correnti aeree di tipo orizzontale, mentre per quelle verticali si usa generalmente il termine correnti convettive che si originano invece per instabilità atmosferica verticale. Innumerevoli gli autori classici che si sono occupati di questo fenomeno atmosferico. Scrive Lucrezio: "Son dunque i venti un invisibil corpo, che la terra che l' mar che l'ciel profondo trae seco a forza e ne fa strage e scempio". Per Seneca "Il vento è aria che spira". E il respiro del tempo, la Poesia, ha cantato, pur essa, il Vento.

Nel nostro caso, parliamo di maestrale, è il vento che spira da nord-ovest. Tale direzione è indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti. Vi sono due possibili etimologie di questo nome, a seconda che consideri la prassi romana di collocare la rosa dei venti al centro del Mediterraneo, o invece quella medievale che la posiziona sull'isola di Zante, in Grecia. In entrambi i casi la direzione nord-occidentale punta alla città più importante per chi ha dato il nome al vento: nel primo caso Roma, Magistra Mundi, oppure Venezia, la via maestra dal porto di origine. Più semplicemente esiste la possibilità che il vento sia così detto perché è "il principale di tutti i venti", "il maestro della navigazione di questo mare Mediterraneo".


martedì 10 gennaio 2023

Tempietti “Pieni di Grazia” !!

Edicola Votiva !!


Il sistema viario del paesaggio rurale è punteggiato di edicole votive: strutture di piccole dimensioni, architetture minimali, che hanno una valenza religiosa, con la funzione di ospitare e proteggere, in una nicchia, il simulacro della Madonna, di Cristo Gesù o di un Santo.

Talvolta la loro eccessiva essenzialità e contenuta grandezza rischia quasi di passare inosservata agli occhi del viandante distratto, eppure è facile ritrovarle sul ciglio, lungo le strade di campagna, molto spesso in prossimità dei crocevia, incastonate nei muri a secco, che delimitano i campi, o raramente anche all’interno dei poderi, magari contornate da una pergola.

L’edicola votiva, sia essa rurale che urbana, è il segno tangibile di un’arte povera, la testimonianza di una religiosità popolare di antica data, realizzata per svariati motivi, quasi sempre su iniziativa privata, o per un gesto devozionale, o come ex voto, per una promessa fatta o una grazia ricevuta o molto semplicemente per un bisogno di protezione da ogni male.

Il termine deriva dal latino “aedicula”, diminutivo di aedes che significa “tempietto”. In origine si trattava precisamente di un tempio in miniatura, che ospitava la statua o la raffigurazione di una divinità.

L’archetipo di questa struttura, infatti, risale al tempo degli antichi egizi, collocato fuori o dentro i templi come dimora per le divinità minori. L’edicola vera e propria, tuttavia, si svilupperà nel periodo greco-romano, riprendendo e sintetizzando gli elementi essenziali dell’architettura che compone la facciata dei templi, in particolare il timpano, che nello specifico definisce proprio il fronte a capanna.

A partire dall’epoca medievale, invece, il termine edicola votiva diviene sinonimo anche di tabernacolo o capitello votivo o, in alcune aree geografiche, di santella, come viene detto in Lombardia, assumendo quel modello di struttura architettonica che oggi conosciamo, legato alla protezione di un’immagine sacra oggetto di culto, sia sulle facciate delle case dei centri abitati sia lungo le strade di campagna.

La parola tabernacolo, dal latino tabernaculum, diminutivo di taberna, ossia dimora, nella tradizione ebraica e cristiana significa il luogo della casa di Dio presso gli uomini. Comunemente, con tabernacolo si intende la Teca, presente in tutte le chiese cattoliche, nella quale viene custodito il Santissimo Sacramento dell'Eucarestia con le Particole della Comunione  Consacrate, lì collocate dopo la Celebrazione Eucaristica.

Le edicole votive rurali all’apparenza sembrano tutte uguali, perché il prototipo che, di volta in volta, viene riprodotto è molto semplice: una pila muraria dalla rigorosa essenzialità nella cui massa è ricavato il tabernacolo, la nicchia, che offre alla raffigurazione sacra, pittura murale, statuetta o più frequentemente santino, la difesa dalle intemperie e crea, al contempo, un supporto per un cero o per omaggi floreali e oggetti legati alla preghiera come rosari. Infatti, al riguardo, è tradizione, in particolari momenti dell'anno liturgico, raccogliersi in preghiera per la recita del Santo Rosario, davanti ai tempietti situati nel borgo, soprattutto nel mese di maggio, mese dedicato alla Madonna. Può anche succedere vi venga celebrata la Santa Messa.

Ricordo le Pie donne del mio quartiere, quando si riunivano, nel mese di maggio, nel cortile delle Case Popolari, per la recita del Santo Rosario ai piedi della statua della Madonna di Lourdes, ivi edificata negli anni cinquanta del secolo scorso; un rito che si rinnova ancora oggi. Alla fine del mese il Parroco celebrava e celebra la Santa Messa.

In realtà ogni edicola è differente dall’altra, soprattutto nei rapporti dimensionali che ne determinano poi la forma. I materiali, le finiture e i colori utilizzati, invece, costituiscono il palinsesto minimo di un linguaggio espressivo che contribuisce a restituire carattere e decoro al manufatto, dando luogo, a seconda dell’uso, ad esiti diversi nelle linee e nel disegno.

Molto spesso sulla pila muraria, in basso, sono riportate le iscrizioni con la data e i nomi degli esecutori oppure appare incisa o dipinta la scritta “Ave Maria”, segno che il culto della Madonna è molto diffuso. Difatti pur se nel tabernacolo compare la figura di Cristo o di una serie di Santi, le immagini più ricorrenti raccolte nelle nicchie delle edicole sono quelle dedicate alla Madonna di varia iconografia.

A questi “tempietti” la cultura popolare ha attribuito, nel tempo, una funzione protettiva nei riguardi della casa, della famiglia, della proprietà, e ciò sta a giustificare la loro diffusione capillare sia nel paesaggio urbano che rurale.

Nonostante l’edicola rappresenti il “segno” esteriore di un privato o di una famiglia, diviene poi nel tempo patrimonio della comunità, in quanto sistemata all’esterno della casa o di una proprietà rurale; si apre alla collettività, diventando così espressione corale della religiosità popolare della stessa  comunità.

Queste architetture minimali fungono anche da punti di riferimento sul territorio e la presenza di Madonne o di Santi nelle piccole teche sembra rassicurare il viandante lungo il suo peregrinare, accompagnandolo durante il viaggio o mentre va a lavorare.


Fonte: Primo Piano  e mie considerazioni.


lunedì 9 gennaio 2023

Potatura dell'ulivo

 Potatura a vaso policonico !!


Potatura dell'olivo: Cinque regole fondamentali !

Archiviata la raccolta e la molitura delle olive, è giunto il momento di pianificare la potatura dell’ulivo. Ecco cinque regole fondamentali:

1. Qual è il periodo di potatura dell’olivo?

Accertatevi bene che l’olivo da potare sia entrato in riposo vegetativo. Capita, infatti, che in annate caratterizzate da siccità e sbalzi termici, gli ulivi tardino a sospendere la propria attività vegetativa. In questo caso sarebbe meglio rimandare la loro potatura per evitare inutili tensioni alla pianta. Indicativamente al sud Italia la potatura degli ulivi  può essere effettuata da gennaio a marzo, mentre al nord è preferibile attendere la fine dell’inverno (da marzo in poi).

2. Come potare l’olivo?

Potare un olivo non significa semplicemente tagliare dei rami (o branche). Se vogliamo ottenere un olivo sano e produttivo bisogna adottare un “sistema di potatura”, usando le forbici con grande senso di rispetto ed evitando interventi drastici. E’ buona norma non asportare più di 1/3 del volume totale dell’albero, ciò al fine di evitare eccessivi tensioni alla pianta

3. Tecniche di potatura degli ulivi

La forma naturale di un ulivo è cespugliosa, con una chioma tendenzialmente globosa. Potando non dobbiamo stravolgerne la natura, ma modificarne gradualmente l’aspetto operando solo gli interventi necessari con elasticità ed evitando potature troppo severe (ad esempio capitozzature, cioè, con la recisione del cimale del fusto, per facilitare la crescita di una chioma abbondante.) Per raggiungere tale scopo è preferibile potare l’olivo sin dai primi anni di vita. La potatura deve seguire in modo adeguato la crescita della pianta; la tecnica da applicare varia infatti in base all’età della stessa.

Nei primi anni è opportuno effettuare la spollonatura dell’olivo, cioè  eliminare polloni (rami sterili, che dipartono dal piede), rimuovere succhioni (su tronco e rami), rami secchi o malati.

Questo tipo di potatura deve essere necessariamente leggera ed è detta potatura di formazione. Dal quarto o quinto anno di vita avremo una potatura di mantenimento. Lo scopo è appunto quello di mantenere e conservare la forma ottenuta. Si tratta quindi di interventi mirati per eliminare rami difettosi, malati o che si sviluppano verso l’interno della chioma. A questa segue la potatura di produzione: serve a mantenere la forma impostata nelle precedenti fasi, contenere lo sviluppo della chioma negli spazi assegnati dal sesto d’impianto ed assicurare un buon equilibrio vegeto-produttivo. Tale intervento ha lo scopo di distanziare le branche favorendone un’ottimale disposizione in modo da mantenerle ben illuminate e pienamente produttive.

4. Perché la potatura dell’ulivo è importante?

Esistono diversi sistemi e metodi di potatura dell’ulivo; tutti hanno però in comune l’obiettivo di non far crescere troppo i rami all’interno della chioma, lasciando che attraverso essa circolino liberamente aria e luce.

Obiettivo principale della potatura è ottimizzare la distribuzione dei frutti in modo omogeneo su tutti i rami e smorzare la naturale attitudine dell’ulivo a produrre ad anni alterni (cd. alternanza).

Sistema di potatura ulivo a forma di allevamento “vaso policonico”

Molto impiegata è la forma di allevamento a “vaso policonico”.Questa si presenta come la forma ideale per esaltare la produttività e ridurre i costi di potatura e raccolta. Per ottenere tale forma è necessaria una potatura annuale ma leggera con tagli frequenti e mirati. Le relative operazioni di taglio dovrebbero essere infatti limitate all’indispensabile con tagli di diametro non superiore ai 10-12 cm.

Si procede col taglio dall’alto verso il basso e man mano che si avanza si intervenire sulle branche eliminando quelle sovrapposte o danneggiate e raccorciando quelle che si sono eccessivamente allungate. Meglio effettuare prima i tagli grossi e poi quelli di minor diametro, si avrà così una migliore percezione della densità.

5. Come procedere alla potatura dell’ulivo

Il taglio deve essere netto e deciso. Il taglio corretto deve presentare una superficie regolare, liscia e inclinata, in modo da far scorrere via l’acqua piovana evitando l’accumulo di umidità e connessi rischi di marcescenza del legno.

E’ essenziale, inoltre, utilizzare gli attrezzi adatti (forbici, seghetto, motosega, etc.) che dovranno essere puliti, disinfettati e ben affilati. La manutenzione degli utensili da taglio è spesso trascurata è ciò rappresenta un grave errore. Una forbice male affilata lascia un taglio sfilacciato e, ancor peggio, non disinfettata può essere vettore di patologie anche gravi.

Meglio spendere 10 minuti in più per preparare al meglio gli attrezzi piuttosto che operare tagli sbagliati e, fatto ancor più grave, rischiare di fare ammalare i nostri ulivi.


Fonti: Wikipedia e Programmazione Educativo Didattica 


domenica 8 gennaio 2023

Grotta di Chiancarello !!

Grotta di Chiancarello !!


La Grotta di Chiancarello, denominata anche “Pescara del Corvo”  è una grotta situata nel territorio del mio borgo,  nei pressi della Lama Balice. Trae il suo toponimo da un antico casale medievale preesistente sul posto. Ampia, a forma di imbuto rovesciato con pilastri al centro, fu utilizzata nel corso degli anni come frantoio oleario incavando nella dura roccia calcarea gli alloggiamenti delle presse. La grotta di Chiancarello rappresenta non solo un riferimento geografico e morfologico importante per il territorio, vista la propria conformazione carsica, ma recita un ruolo di prim’ordine anche dal punto di vista storico. Nelle grotte si nascondevano gli abitanti durante la guerra; la paura dei bombardamenti e dei rastrellamenti, spingeva le persone del posto a cercare rifugio in quegli antri stretti e bui, che divenivano così grotte dell'accoglienza, di speranza di vita, di difesa estrema. Grotta Chiancarello oggi è in totale abbandono. Frastornante è il suo lamento, come se urlasse di rabbia e disperazione dai primi raggi del sole fino a notte tarda. Quasi a voler dire: “Ehi! Ca jòj stogh ddow’” (Ehi! Che io mi trovo qui). Per fortuna ci sono persone che sentono nei loro cuori il richiamo di grotta Chiancarello e vogliono aiutarla a ritornare allo splendore di un tempo ed anche di più, magari facendola rientrare in un percorso turistico che possa valorizzarla. Il voto alle Grotte di Chiancarello non è solo un voto a salvaguardia delle tradizioni ma è soprattutto un atto d'amore per un luogo che meriterebbe citazione nella storia locale.