sabato 18 marzo 2023

Uva !!

 Uva


L'uva è il frutto della vite (Vitis vinifera) e di altre specie o ibridi del genere Vitis.

Essa è un'infruttescenza, cioè un raggruppamento di frutti, che nel suo insieme prende il nome di grappolo.

Il grappolo è composto da un raspo (molto raramente indicato come graspo), e da numerosi acini (detti anche chicchi, si tratta di bacche), di piccola taglia e di colore chiaro (verde-giallastro, giallo, giallo dorato) nel caso dell'uva bianca, o di colore scuro (rosa, viola o violetto bluastro) nel caso dell'uva nera.

Il raspo, o rachide, è l'asse centrale del grappolo, ramificato in racimoli e quindi in pedicelli, che portano i fiori ed in seguito i frutti, gli acini.

In generale gli acini sono pigmentati solo nell'ipoderma (lo strato di cellule dell'epicarpo intermedio tra l'epidermide ed il mesoderma), mentre gli altri tessuti non accumulano pigmenti o lo fanno in maniera molto ridotta. Fanno eccezione alcune varietà di Vitis vinifera sp.sativa che accumulano pigmenti anche nel mesocarpo, sono le varietà tintorie (in francese teinturiers), ad esempio il Gamay di Borgogna. Talvolta si confondono le varietà molto colorate con le varietà tintorie; la differenza risiede nella morfologia dell'acino, che nelle varietà molto colorate (ad esempio l'Ancellotta dell'Emilia) presenta un'ipoderma molto spesso (anche 20 strati cellulari), mentre nelle varietà tintorie al di là dell'ipoderma anche la polpa è pigmentata e non traslucida.

All'interno degli acini sono portati i vinaccioli, semi piriformici, in numero massimo di 4 ma più sovente di 1 o 2. Non mancano uve prive di semi (apirene), particolarmente apprezzate dai consumatori per il consumo fresco, ma utilizzate anche per la produzione di uva sultanina essiccata (la presenza di semi che potrebbero germinare è da evitare, in questo ambito è molto utilizzata la varietà Sultana).

[...]

Fonte Wikipedia

venerdì 17 marzo 2023

Tramontana !!

Tramontana !!

Rosa dei venti

tramontana grecale levante scirocco ostro libeccio ponente maestrale

Tramontana è il nome usato in vari paesi europei per indicare un vento freddo proveniente da nord, e talvolta per indicare il punto cardinale di provenienza.

Etimologia

Diverse sono le ipotesi sull'origine del nome "tramontana" (spesso erroneamente associato al "tramonto") e soprattutto legate alle diverse tradizioni locali:

secondo la tradizione, e tutti i dizionari e enciclopedie, il nome deriva dalla locuzione latina intra montes o trans montes (ovvero al di là dei monti) riferita al fatto che spira dal cuore delle Alpi, ovvero dal nord storicamente conosciuto dai Romani.

per i Liguri, con il vocabolo attestato dal medioevo in poi, il termine sta per 'vento d'oltre monti' ovvero vento del nord che trapassa le catene montuose che delimitano l'area ligure.

Anticamente veniva utilizzato per stabilire la rotta verso nord, quindi verso Genova, in sostituzione delle stelle dell'Orsa durante le burrasche (intorno al XV secolo, come citato da T. Tasso)

secondo alcuni il nome deriva dal paese di Tramonti situato a nord di Maiori (paese della Repubblica marinara di Amalfi): il nome si sarebbe diffuso con le bussole che gli amalfitani usarono per primi in occidente. Nelle bussole non erano riportati i punti cardinali ma i venti, da cui il nome ancora diffuso di rosa dei venti per la stella di puntamento al centro del quadrante.

secondo altri infine, considerando il punto di riferimento tradizionale della rosa dei venti, cioè l'isola di Zante nel Mar Ionio, il termine "tramontana" indica i monti dell'Albania e del nord della Grecia, posti nella direzione dalla quale spira il vento.

Descrizione

Nell'antica Grecia il vento del nord veniva chiamato Aparctias o Boréas, da non confondersi con la bora (che proviene da nord-nordest e nota in Italia perché particolarmente frequente a Trieste dove spira con violenza prevalentemente allo sbocco delle valli, e soprattutto in inverno causa repentini e considerevoli cali di temperatura e ha una genesi in parte molto simile alla tramontana). In Italia è un fenomeno tipico della Liguria, dove è un vento conosciuto da secoli, per il minimo barico nel mar Ligure tra Genova e la Corsica che richiama forti venti, suddivisi tradizionalmente in tramontana chiara e tramontana scura.

Può verificarsi quindi a cielo sereno, oppure con cielo nuvoloso e precipitazioni quando è associata a un sistema perturbato. Quest'ultimo caso è, appunto, quello detto di "tramontana scura", che in Liguria si attiva in seguito all'invorticamento delle perturbazioni provenienti da ovest (o anche sud-ovest o nord-ovest) sul Mar Ligure; per questa ragione un proverbio in lingua ligure sentenzia: "tramuntann-a scüa, ægua següa" ("tramontana scura, pioggia sicura"). La locuzione di bordo, "perdere la tramontana", che significava perdere l'orientamento, è passata poi nella lingua comune con lo stesso significato.

In Spagna la tramontana è identificata nel vento proveniente da nord-nordest dopo aver attraversato i Pirenei per il loro vertice orientale: è un vento di forte intensità molto frequente sulla costa della provincia di Gerona e nelle isole Baleari.


Fonte Wikipedia 

giovedì 16 marzo 2023

Borgo

Borgo


Uno scorcio del borgo medievale. In primo piano si nota l'ex Convento dei Teresiani, sede di diversi Istituti scolastici , nei pressi della Lama Balice.

Il termine borgo ha due significati simili: può indicare un centro abitato di grandezza media e di una certa importanza, caratterizzato da un'economia prevalentemente commerciale e con una periferia a carattere agricolo, oppure un'espansione di una città al di fuori della cerchia delle mura; in quest'ultimo caso si parla più propriamente di sobborgo.

Etimologia

Borgo è già attestato nel latino tardo; lo scrittore romano Vegezio utilizza infatti burgus nel IV secolo per il suo manuale d'arte militare. La parola deriverebbe dal greco (pýrgos, "torre", "fortezza"); un'altra ipotesi è che burgus provenga dal germanico burgs (cfr. gotico baurg e alto tedesco antico burg "città fortificata, castello"). I due termini sono comunque imparentati tra loro, provenendo entrambi dalla forma indoeuropea BhERGh connessa al concetto di protezione.

Le forme borough e burgh, rispettivamente inglese e scozzese, derivate dal germanico Burg(h), erano usate come suffisso nella toponomastica col significato di "città ad amministrazione autonoma", mentre la forma tedesca Burg col significato di "cittadella"

Descrizione

Nei secoli passati questa denominazione era spesso riservata ai paesi di una certa importanza che possedevano un mercato ed una fortificazione. Per la presenza di queste strutture il borgo si differenziava dal villaggio, dal paese e dalla borgata.

Probabilmente in età longobarda il borgo, che sorge sempre al piano, alla confluenza di una o più valli, svolgeva una funzione amministrativa e giurisdizionale per tutta l'area afferente. Sovente è una trasformazione del concetto di "Comitato".

[...]

Fonte Wikipedia 

mercoledì 15 marzo 2023

Idi di marzo !!

Idi di marzo !!


La morte di Gaio Giulio Cesare, avvenuta il 15 marzo del 44 a.C. (le Idi di marzo), a opera di un gruppo di circa venti senatori che si consideravano custodi e difensori della tradizione e dell'ordinamento repubblicano e che, per loro cultura e formazione, erano contrari a ogni forma di potere personale. Temendo che Cesare volesse farsi re di Roma, un numero variabile di circa 60 o 80 senatori, guidati da «Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto» congiurarono per uccidere il dittatore. Tra essi, oltre ai Pompeiani e ai repubblicani, vi erano alcuni sostenitori di Cesare che furono spinti a compiere questo assassinio prevalentemente da motivi personali: per rancore, invidia e delusioni per mancati riconoscimenti e compensi.

Il cesaricidio, inteso nel senso prevalente di eliminazione fisica di chi si ritenga possa pregiudicare la libertà per fini di potere personale, ha assunto nel tempo il significato ideologico di estremo tentativo di difendere i valori delle libertà civili  o, al contrario, quello di conservare ad ogni costo i valori della tradizione messi in pericolo da un potere giudicato come dispotico.


[...]


Fonte Wikipedia 



martedì 14 marzo 2023

Haiku

Haiku


Lo haiku ( [häiku]) è un componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo. È composto da tre versi per complessive diciassette more (e non sillabe, come comunemente detto), secondo lo schema 5/7/5.

Inizialmente indicato con il termine hokku (lett. "strofa d'esordio"), deve il suo nome attuale allo scrittore giapponese Masaoka Shiki (1867-1902), il quale coniò il termine verso la fine del XIX secolo, quale forma contratta dell'espressione haikai no ku (letteralmente "verso di un poema a carattere scherzoso"). Il genere haiku, nonostante già noto e diffuso in Giappone, conobbe un fondamentale sviluppo tematico e formale nel periodo Edo (1603-1868), quando numerosi poeti tra cui Matsuo Basho, Kobayashi Issa, Yosa Buson e, successivamente, lo stesso Masaoka Shiki utilizzarono prevalentemente questo genere letterario per descrivere la natura e gli accadimenti umani direttamente collegati ad essa.

[...]

Nello haiku il poeta fissa uno stato d'animo attraverso le immagini della natura che lo circonda.

[...]

ugen: tradotto letteralmente come "profondità e mistero", rappresenta lo stato d'animo prodotto dal fascino inspiegabile delle cose, il sentire un universo 'altro', colmo di misteriosa unità.


Fonte Wikipedia 

lunedì 13 marzo 2023

Poesia !!

 Poesia !!

La poesia è una forma d'arte che crea, con la scelta e l'accostamento di parole secondo particolari leggi metriche, un componimento fatto di frasi dette versi, in cui il significato semantico si lega al suono musicale dei fonemi. La poesia ha quindi in sé alcune qualità della musica e riesce a trasmettere concetti e stati d'animo in maniera più evocativa e potente di quanto faccia la prosa, in cui le parole non sottostanno alla metrica.

La figura rappresenta l'Allegoria della Poesia, in un affresco di Raffaello sul soffitto della Stanza della Segnatura ai Musei Vaticani: raffigurata con un libro e una lira nelle mani, viene definita numine afflatur dalla scritta sorretta dai due putti ai lati, che significa «è ispirata da Dio».

La lingua nella poesia ha una doppia funzione: - Vettore di significati - con contenuti sia informativi sia emotivi; - Vettore di suoni. Per svolgere efficacemente questa duplice funzione, la sintassi e l'ortografia possono subire variazioni rispetto alle norme dell'Italiano neostandard (le cosiddette licenze poetiche) se ciò è funzionale (non solo esteticamente) ai fini della comunicazione del messaggio.

A questi due aspetti della poesia se ne aggiunge un terzo quando una poesia, anziché essere letta direttamente, è ascoltata: con il proprio linguaggio del corpo e il modo di leggere, il lettore interpreta il testo, aggiungendo la dimensione teatrale della dizione e della recitazione. Nel mondo antico - ed anche in molte culture odierne - poesia e musica sono spesso unite, come accade anche nei Kunstlieder tedeschi, poesie d'autore sotto forma di canzoni accompagnate da musiche appositamente composte.

Queste strette commistioni fra significato e suono rendono estremamente difficile tradurre una poesia in lingue diverse dall'originale, perché il suono e il ritmo originali vanno irrimediabilmente persi e devono essere sostituiti da un adattamento nella nuova lingua, che in genere è solo un'approssimazione dell'originale. Queste particolari criticità insite nella traduzione poetica determinano spesso un ampliamento del ruolo e delle competenze del traduttore anche in relazione alla progettualità e al lavoro editoriali nell'allestimento di raccolte e collane di poesia tradotta.

«Solo la poesia ispira poesia.»

(Ralph Waldo Emerson)

Poesia antica e moderna

La poesia è nata prima della scrittura: le prime forme di poesia erano orali, come l'antichissimo canto a batocco dei contadini e i racconti dei cantastorie. Nei paesi anglosassoni la trasmissione orale della poesia era molto forte e lo è ancor oggi. Successivamente fu accompagnata dalla lira, strumento musicale utilizzato a quell'epoca.

La prima poetessa della storia di cui si abbia notizia fu la sacerdotessa sumera Enheduanna, vissuta nella Mesopotamia del XXIV secolo a.C. Nell'età romana la poesia si basava sull'alternanza tra sillabe lunghe e sillabe brevi: il metro più diffuso era l'esametro. Essa doveva essere letta scandendola rigorosamente a tempo. Dopo l'XI secolo il volgare, da dialetto parlato dai ceti popolari viene innalzato a dignità di lingua letteraria, accompagnando lo sviluppo di nuove forme di poesia. In Italia la poesia, nel periodo di Dante e Petrarca si afferma come mezzo di intrattenimento letterario e assume forma prevalentemente scritta: intorno alla fine del quattrocento prese piede anche la poesia burlesca.

Nel XIX secolo, con la nascita del concetto dell'arte per l'arte, la poesia si libera progressivamente dai vecchi moduli e compaiono sempre più frequentemente componimenti in versi sciolti, cioè che non seguono alcun tipo di schema e spesso non hanno nemmeno una rima.

Via via che la poesia si evolve, si libera da schemi obbligati per poi diventare forma pura d'espressione.

Il concetto di poesia oggi è molto diverso da quello dei modelli letterari; molta della poesia italiana contemporanea non rientra nelle forme e nella tradizione, e il consumo letterario è molto più orientato al romanzo e in generale alla prosa, spostando la poesia verso una posizione secondaria.

[...]

Fonte Wikipedia 

domenica 12 marzo 2023

Domenica !!

 Domenica !!


Il pranzo è sicuramente uno dei momenti migliori della giornata, come ad esempio il classico pranzo in famiglia della domenica o delle feste più importanti.

Di solito, Papa Francesco termina l'Angelus della Domenica in Piazza S Pietro rivolgendosi ai Fedeli con l'augurio di

Buona Domenica e Buon pranzo.