sabato 4 marzo 2023

Preghiera per i Defunti !!

Viali 

In Occidente è ampiamente testimoniata l'usanza di pregare per i defunti nelle iscrizioni delle catacombe, con le loro continue preghiere per la pace e il ristoro delle anime dei defunti e nelle prime liturgie, che comunemente contengono commemorazioni dei defunti; anche Tertulliano, Cipriano e altri Padri della Chiesa occidentali testimoniano la pratica regolare di pregare per i morti tra i primi cristiani. Tuttavia, nel caso dei cristiani martiri, si è ritenuto inopportuno pregare "per" i martiri, poiché si credeva che non avessero bisogno di tali preghiere, essendo passati immediatamente alla visione beatifica del Cielo.

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Durante la strage della prima guerra mondiale, Papa Benedetto XV il 10 agosto 1915 permise a tutti i sacerdoti di celebrare, ovunque, tre Messe nel giorno dei defunti. Le due messe supplementari non dovevano in alcun modo giovare allo stesso sacerdote: una doveva essere offerta per tutti i fedeli defunti, l'altra per le intenzioni del Papa, che allora si presumeva fossero per tutte le vittime di quella guerra. Il permesso rimase. Ogni Preghiera Eucaristica, compreso il Canone Romano dell'Ordine della Messa , contiene una preghiera per i defunti.

Nella Communio Sanctorum, le Chiese luterana e cattolica in Germania hanno convenuto che la preghiera per i morti «corrisponde alla comunione in cui siamo legati insieme in Cristo con coloro che sono già morti, per pregare per loro e lodarli, affidandoli alla Misericordia di Dio. Allo stesso modo, negli Stati Uniti, la Chiesa evangelica luterana e la Chiesa cattolica hanno formulato una dichiarazione dal titolo ‘’The Hope of Eternal Life’’, che affermava che "c'è Comunione tra i vivi e i morti attraverso la divisione della morte. La raccomandazione orante dei morti a Dio è salutare all'interno di una liturgia funebre. In quanto la risurrezione dei morti e il generale giudizio finale sono eventi futuri, è opportuno pregare per la misericordia di Dio a favore di ogni persona, affidandola alla Sua Misericordia".


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Fonte Wikipedia 

venerdì 3 marzo 2023

Il sogno americano !!

 Il sogno americano !!

Per sogno americano (in inglese American Dream) ci si riferisce alla speranza, condivisa sia dagli estimatori degli Stati Uniti d'America sia da parte degli stessi abitanti, che attraverso il duro lavoro, il coraggio, la determinazione sia possibile raggiungere un migliore tenore di vita e la prosperità economica. Questi valori erano condivisi da molti dei primi coloni europei approdati in America e sono stati poi trasmessi alle generazioni seguenti. Cosa sia diventato il sogno americano, è una questione continuamente discussa; alcuni ritengono che abbia portato ad enfatizzare esclusivamente il benessere materiale come misura del successo e/o della felicità.

Profilo storico

La Statua della Libertà è stata il primo elemento degli Stati Uniti visto da milioni di immigranti americani, arrivati dall'Europa navigando attraverso l'Oceano Atlantico, dagli anni 1880 agli anni 1960, periodo in cui gli aeroplani a getto soppiantarono le navi transatlantiche.

L'origine del sogno americano proviene dall'allontanamento dei modelli del Vecchio Mondo. Lo sviluppo della Rivoluzione industriale creò la possibilità di migliorare la propria condizione sociale. Molti dei primi imprenditori statunitensi si diressero a ovest, verso le Montagne Rocciose. Il sogno americano fu un fattore primario non solo per la corsa all'oro di metà Ottocento, ma anche nelle successive ondate di immigrazione che caratterizzarono quel secolo e il successivo.

In Europa, le crisi come la grande carestia irlandese, spinsero molti dei più poveri europei ad emigrare in America. A metà del XIX secolo arrivò negli Stati Uniti un numero considerevole di emigranti dalla Cina e dal Giappone, tutti alla ricerca del sogno americano. Questo fenomeno portò alla formazione di molti quartieri cinesi (le cosiddette Chinatown), nelle maggiori città, come San Francisco, e New York. Con l'avvicinarsi del XX secolo, le grandi personalità dell'industria divennero le nuove icone del sogno americano. Per tutto il diciannovesimo secolo, gli emigranti fuggirono dalle monarchie dell'Europa occidentale, mentre l'economia statunitense era costruita da persone che erano consapevolmente libere da tali costrizioni.

Chi arrivava nel Nuovo Mondo portava con sé anche la speranza dell'uguaglianza. In quello che è forse il suo discorso più famoso, I have a dream, Martin Luther King nomina il sogno americano:

(EN)

«Let us not wallow in the valley of despair, I say to you today, my friends. And so even though we face the difficulties of today and tomorrow, I still have a dream. It is a dream deeply rooted in the American Dream.»

(IT)

«Vi dico oggi, fratelli miei, non perdiamoci nella valle della disperazione. E anche se affrontiamo le difficoltà di oggi e di domani, io ho ancora un sogno. È un sogno profondamente radicato nel sogno americano.»

Immigrazione

Il sogno americano, come pure la fuga dalla persecuzione o dalla guerra, è sempre stato una delle cause principali dell'arrivo degli emigranti in America. In tutta la sua storia l'America è stata un luogo di opportunità per gli imprenditori delle altre zone del mondo.

Con l'avvento del XX secolo, il sogno americano cominciò ad attirare un numero consistente di emigranti dall'est e dal sud dell'Europa. Moltissimi italiani, polacchi, greci, russi, ebrei vennero a cercare lavoro nelle città industriali come New York, Chicago, Filadelfia e Detroit. L'ondata di immigrazione continuò fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Dopo il conflitto, il sentimento nativista portò a una restrizione delle norme sull'immigrazione, che continuò fino all'entrata in vigore dell'Immigration and Nationality Services Act of 1965, la nuova legge che permise la ripresa dell'immigrazione su più larga scala.

Durante il tragitto per arrivare dovevano fare sosta alle Ellis Island dove venivano affettuati controlli medici e venivano chiesti opinioni personali.

Il sogno americano sembra continuare ad esercitare il suo fascino in molte altre nazioni. Gli Stati Uniti rimangono tutt'oggi una calamita per gli emigranti, dato che ogni anno accolgono un milione di nuovi arrivati legalmente riconosciuti - il più grande flusso di immigrazione del mondo. Tuttavia, se nelle passate generazioni gli emigranti erano per lo più europei, la gran parte degli odierni immigrati proviene dall'Asia e dall'America Latina.


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Fonte Wikipedia 


giovedì 2 marzo 2023

Il conzapiatti !!

 Il conzapiatti !!


Capitava spesso che pentole, recipienti e brocche essendo fragili, sottoposti agli urti, si rompessero. In questo caso non venivano gettati via, come accade oggi, ma riparati dal "conzapiatti", un artigiano ambulante che per annunciare il suo arrivo in paese e consentire alle massaie di approntare sull'uscio di casa le brocche da riparare, gridava a squarciagola: "U cunzapiatt, è arrivato u cunzapiatt! U'  'mbr'llar'!".

Con un trapano rudimentale di legno ricuciva l'oggetto rotto: praticava dei fori e univa i cocci con un filo di ferro, spalmandoci sopra uno strato di cemento, restaurando così l'oggetto che riacquistava la sua funzione.

Il tutto avveniva sotto l'occhio vigile delle massaie che cercavano di evitare ogni spreco. Terminata la prestazione si passava al compenso pattuito in precedenza che dipendeva dal numero dei fori eseguiti: generalmente negli anni 30-40 il conzapiatti esigeva un soldo per ogni foro (20 soldi corrispondevano a una lira). I tempi erano duri e non sempre la gente aveva la possibilità di pagare, sebbene si trattasse di pochi spiccioli. Alcune volte si era costretti a pagare in natura, con il baratto.

Terminata la prestazione il conzapiatti riprendeva il suo giro nelle vie del paese, segnalando con vocalizzi la sua offerta che, il più delle volte, consisteva anche nella riparazione degli ombrelli.


Ricordi d'infanzia !

mercoledì 1 marzo 2023

Pergolato !!

 Pergolato

La pergola o pergolato indica in giardinaggio un elemento strutturale e decorativo di un giardino o di un orto, che costituisce un vano di passaggio ombreggiato foggiato a galleria e sostenuto da pilastri; è coperto da un'intelaiatura di travi, trasversali e longitudinali che hanno la funzione di sostenere la vegetazione di piante, e che naturalmente hanno uno sviluppo tale da permettere la copertura della struttura stessa.

Il termine pergola infatti deriva dal tardo latino pergere ("sporgere", quindi sporgenza, applicazione).

Storia

Derivando direttamente dall'italiano, il termine relativo al manufatto è ripreso invariato e con significato analogo anche in inglese e poi diffuso in altre lingue. Il termine fu annotato nel 1645 da John Evelyn in seguito a una sua visita a Roma al chiostro di Trinità dei Monti, e fu usato per nominare una struttura analoga a quella di Roma, da lui realizzata con il conte di Pembroke nelle downland presso Salisbury nel 1654.

La natura chiaramente artificiale della pergola fa infine scomparire la visione romantica delle strutture in mattoni o pietra lavorata del 1700 e del 1800, "affogate" e quasi a funzione accessoria, del trionfo naturalistico e lussureggiante di un estetico, e apparentemente casuale, disordine

Caratteristiche

Di norma la copertura è prevalentemente a forma di "tetto" piano o curvo, mentre le "pareti" sono spesso lasciate aperte. È frequente l'accostamento di pergole a fabbricati, di cui la pergola costituisce spesso appendice, o parte sporgente, spesso a coprire terrazze e a ottenere l'ombreggiamento sia del piano di terrazza che dei fronti del fabbricato.

Uso architettonico

La pergola ha un uso importante per costituire un percorso coperto e ombreggiato ai viali di collegamento tra fabbricati diversi o per copertura di terrazzi. La condizione prevalente è di avere parzialmente o del tutto solo la parete a "tetto" coperta da vegetazione; in tal modo è permessa la ventilazione, ed è ammessa la visuale orizzontale.

La ventilazione è molto importante dal punto di vista funzionale, oltre che architettonico, dato che questa mantiene condizioni di salubrità alle piante, evitando ristagni di umidità e riducendo l'incidenza di infestazioni patogene.

In agricoltura la pergola è utilizzata soprattutto in viticultura e ha come caratteristica l'utilizzo della esposizione alla luce solare nelle ore centrali del giorno, sfruttando l'ombreggiamento per la conservazione dell'umidità del suolo dove questa è carente ed evitando le ustioni ai grappoli. Un tipo particolare di pergola continua, ottimizzata per i trattamenti e le operazioni di conduzione è il tendone. In caso di copertura di viottoli, o di altre superfici alienate alla coltivazione, la copertura a pergola permette l'utilizzazione della radiazione solare incidente su superfici che altrimenti non sarebbero utilizzabili. Negli ultimi anni si è assistito a una veloce evoluzione dei materiali utilizzati quali alluminio e PVC per la cosiddetta pergotenda.


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Fonte Wikipedia 

martedì 28 febbraio 2023

Ovis aries !!

 Ovis aries


La pecora (Ovis aries Linnaeus, 1758) è un mammifero della famiglia dei Bovidae.

Si tratta di un animale addomesticato in epoca antichissima, diffuso attualmente in ogni continente. Vive principalmente in greggi, per gestire i quali l'uomo si affida spesso a cani pastore.

Il nome pecora (lat. pecus "bestiame di piccolo taglio" passato poi a identificare un singolo animale) è riservato all'adulto femmina, il maschio della specie è chiamato montone o ariete, mentre il piccolo è denominato agnello fino a un anno di età.

L'età di una pecora si stabilisce dal grado di usura degli incisivi, che come in tutti i bovidi ed ovini sono presenti esclusivamente nella mandibola, mentre la mascella presenta nella zona corrispondente una formazione ossea continua. Gli agnelli, alla nascita, hanno otto denti da latte provvisori. A un anno i due incisivi frontali sono sostituiti da quelli permanenti; all'età di due anni si aggiungono altri due incisivi permanenti e fra i 3-4 anni si completa la dentizione permanente per arrivare intorno al quarto anno d'età agli otto incisivi definitivi.

È un mammifero perché allatta i suoi piccoli, un artiodattilo perché ha un numero pari di dita, un ruminante perché rumina il cibo, un cavicorno perché ha le corna vuote ed un erbivoro perché si nutre solo di erbe.

È di carattere timido, ma, al contrario di quanto si possa pensare, è molto intelligente, dotata di buona memoria e facilità di apprendimento. Generalmente il vello delle pecore è marcatamente folto e fitto, estremamente riscaldante e di rapida crescita; è solitamente di colore bianco, biancastro, bianco sporco, talvolta anche nocciola. Spesso nei piccoli agnelli il pelo, non ancora lanoso, può essere transitoriamente molto scuro, quasi nero.


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Fonte Wikipedia 

lunedì 27 febbraio 2023

Mulino a vento !

Mulino a vento !!


Il mulino a vento è una struttura costruita per sfruttare l'energia del vento (energia eolica) e attraverso l'utilizzo di pale trasformarla in energia meccanica utilizzandola per macinare cereali o altri materiali in ambito agricolo, artigianale o industriale.

Storia

Il mulino a vento ebbe origine in Persia circa 3.000 anni prima di Cristo, anche se secondo altre fonti fu inventato intorno al VII secolo d.C. nella regione del Sistan, oggi in Iran. Era sostenuto da strutture innalzate sulla torre di un castello o in cima a una collina; il vano superiore ospitava le macine, quello inferiore alloggiava il rotore. In passato era usato fra l'altro per produrre farina.

Il mulino dell'ingegnere greco Erone di Alessandria nel primo secolo d.C. è il più antico esempio dell'utilizzo di una ruota azionata dal vento per produrre energia.

Nell'area del Mare Mediterraneo orientale in passato si era diffuso anche un modello di mulino eolico chiamato mulino fenicio, in cui le pale erano posizionate all'interno del corpo della costruzione, di forma cilindrica. Le finestre sul mulino indirizzavano l'aria all'interno muovendo le pale. Questo tipo di mulino era adatto a zone con venti deboli ma costanti. Un esempio di mulino fenicio è situato nel comune di Borgio Verezzi in provincia di Savona.

In Italia antiche turbine a vento a sei pale, conservate o restaurate, sono tuttora in uso nelle saline di Trapani con la funzione di mulino a vento per macinare il sale o di pompa idraulica per pompare acqua di mare da una vasca all'altra.

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Fonte Wikipedia

domenica 26 febbraio 2023

Il Fico d'India !!

Il Fico d'India


«… erano di pietra celeste, tutti fichidindia, e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla pietra …»

Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia, Bompiani Ed., 1941

Il fico d'India o ficodindia (Opuntia ficus-indica ((L.) Mill., 1768), è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Cactacee[2], originaria del Centroamerica ma naturalizzata in tutto il bacino del Mediterraneo, soprattutto nelle zone di Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Sardegna.

Storia

Dettaglio della prima pagina del Codice Mendoza

L'Opuntia ficus-indica è nativa del Messico. Da qui, nell'antichità, si diffuse tra le popolazioni del Centro America che la coltivavano e commerciavano già ai tempi degli Aztechi, presso i quali era considerata pianta sacra con forti valori simbolici. Una testimonianza dell'importanza di questa pianta negli scambi commerciali è fornita dal Codice Mendoza. Questo codice include una rappresentazione di tralci di Opuntia insieme ad altri tributi quali pelli di ocelot e di giaguaro. Il carminio, pregiato colorante naturale per la cui produzione è richiesta la coltivazione dell'Opuntia, è anch'esso elencato tra i beni commerciati dagli Aztechi.

La pianta arrivò nel Vecchio Mondo verosimilmente intorno al 1493, anno del ritorno a Lisbona della spedizione di Cristoforo Colombo. La prima descrizione dettagliata risale comunque al 1535, ad opera dello spagnolo Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés nella sua Historia general y natural de las Indias. Linneo, nel suo Species Plantarum (1753), descrisse due differenti specie: Cactus opuntia e C. ficus-indica. Fu Miller, nel 1768, a definire la specie Opuntia ficus-indica, denominazione tuttora ufficialmente accettata.

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Fonte Wikipedia