sabato 11 febbraio 2023

Portale Centrale !!

Portale Centrale della Cattedrale !


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Esterno della Cattedrale

Il Portale Centrale

La facciata, a salienti, si presenta tripartita da lesene per tutta l'altezza della navata centrale che idealmente delimitano. Ciascuna delle tre parti è dotata di un portale. Quello centrale, riccamente scolpito, presenta un doppio archivolto, ornato con figure animali e vegetali, su cui si erge un sovrarco, riccamente scolpito con foglie d'acanto e sormontato da un pellicano, uccello che, nella leggenda, offre il suo cuore ai figli affamati, e simboleggia pertanto la generosità della Chiesa. Il sovrarco è retto da una coppia di grifoni di pietra che tengono una preda fra gli artigli. Il tutto è a sua volta sostenuto da colonne, terminanti con capitello corinzio, poggianti su due leoni in pietra di dimensioni reali.

Nell'architrave sono scolpiti a bassorilievo, Annunciazione, Visitazione, Epifania, Presentazione di Gesù al Tempio. Nella lunetta infine è rappresentata, sempre in bassorilievo, un'Anastasis.

I restanti due portali sono più piccoli di quello centrale ma presentano entrambe stipiti ed architrave scolpiti e lunetta ad arco falcato. La lunetta del portale a sinistra di quello centrale è chiusa da una transenna.

Il registro superiore della facciata è incorniciato da archetti pensili ed è arricchito con quattro bifore: una nelle sezioni laterali mentre le altre due sono affiancate nella sezione centrale. Queste due sono adornate con due colonnine che sostengono il rispettivo sovrarco. Sulle bifore si erge un rosone a sedici bracci, inquadrato da un'edicola arcuata con sovrarco sormontato da una sfinge e sorretto dalle sculture di due leoni.

Loggia delle Benedizioni

Tra la Cattedrale e il palazzo De Lerma, adiacente alla parte destra della facciata della concattedrale, si erge una loggia cinquecentesca con soluzione ad angolo. La loggia realizzata dal vescovo Carafa è in pieno stile rinascimentale ed è chiamata loggia delle benedizioni. [...]


Fonte Wikipedia 


venerdì 10 febbraio 2023

Le Stiratrici !!

 Le Stiratrici !!


Olio su tela di Edgar Degas, Le Stiratrici (1884), Museo D'Orsay, Parigi


Interessato a una registrazione precisa della civilizzazione metropolitana, anche nelle sue zone d’ombra più inquietanti, a partire dagli anni ottanta del XIX secolo Degas sceglie di catturare in maniera casuale quanto offerto dalla città di Parigi, in modo da presentare agli occhi dello spettatore un’analisi recondita di una quotidianità sconosciuta: «Per poter dare buoni frutti bisogna diventare un albero a spalliera. Così si rimane per tutta la vita con le braccia tese, la bocca aperta ad aspettare quello che passa per la strada, quello che ci circonda, per poterlo assorbire e nutrirsene».

Les repasseuses è una delle quattordici opere che Degas dedicò al tema delle stiratrici: l’obiettivo di quelle opere è quello di illustrare il popolo e i massacranti mestieri che compie per guadagnarsi da vivere. Per quanto riguarda quest’opera lo sguardo da voyeur del pittore si intrufola in un’umile lavanderia, dove troviamo due stiratrici. La prima impugna una bottiglia di vino e sbadiglia sonoramente, reclinando il capo e accompagnando il movimento con la mano. La seconda è intenta al lavoro, e ha le braccia tese sul ferro da stiro, che muove sulla biancheria usando tutta la pesantezza del proprio corpo. Altri pochi elementi – una stufa, la biancheria sullo sfondo appesa ad asciugare, una piccola ciotola dell’acqua – completano in maniera efficace l'illustrazione di questo significativo episodio quotidiano.

Curiosa è l’analogia tra Les repasseuses e dipinti analoghi e l'opera letteraria di Émile Zola. Questo era un letterato naturalista, autore di un ampio ciclo di venti romanzi, I Rougon-Macquart. Lo scopo di questa monumentale opera era quello di realizzare un grande affresco sociale della Francia durante il Secondo Impero: nel fare questo Zola non esitò a dare dignità letteraria alle miserie degli umili e dei poveri, dei quali restituì un'immagine scrupolosa e scientifica, priva di idealizzazioni o paternalismi. Les repasseuses, pur essendo una delle testimonianze più alte e sincere del disincantato realismo di Degas, non presenta tuttavia intenti polemici, a differenza di quanto avviene nei romanzi zoliani. Nonostante questa sostanziale divergenza, le stiratrici degassiane presentano forti tangenze con i personaggi che popolano I Rougon-Macquart, del quale Les repasseuses si può quasi considerare un pendant pittorico.


Fonte Wikipedia 




giovedì 9 febbraio 2023

Olive Dolci !!

 

Olive dolci fritte


Questa ricetta in dialetto pugliese si chiama "auui' sfritt": sono olive nere pugliesi fritte che si servono come antipasto. Si prepara con le olive dolci dette olive Nolche, che maturano a settembre. Un antipasto contadino, sfizioso e stuzzicante!

Le olive dolci pugliesi si trovano in botteghe o mercati anche fuori regione. Provare questo sfizioso antipasto, le olive fritte, vi possiamo garantire sarà una vera sorpresa, per chi non le ha mai assaggiate in Puglia. Il procedimento per prepararle è molto semplice, in questo caso è fondamentale la qualità delle materie prime: olive, olio extravergine d'oliva, aglio, sale e, a chi piace, peperoncino.

L'antipasto si prepara con le olive nere dette 'dolci', una varietà che matura a settembre. Sono di colore nero violaceo e hanno una polpa dolciastra e un retrogusto amarognolo insieme, che, accanto al sale, dà origine a un sapore unico e irresistibile. E' un piatto povero, della tradizione contadina, ma oggi è una vera prelibatezza magari accanto a un calice di vino del territorio e a qualche tarallo e frisella.

Per prepararle bastano 10-15 minuti. Qualcuno le arricchisce con dei pomodorini, noi abbiamo preferito proporvi la ricetta originale. Ci hanno suggerito di non lavarle ma di sfregarle bene con un panno, e così abbiamo fatto..

Nel tempo di raccolta i contadini le cucinano sotto la cenere di un fuoco acceso appena giunti sul posto di lavoro, quindi, non fritte, ma arrostite per fare una frugale merenda, con pane sempre abbrustolito e pezzi di formaggio murgiano.

Per preparare le olive dolci fritte alla pugliese cominciate strofinando molto bene le olive con un panno asciutto. In una padella di ferro, oppure antiaderente, fate scaldare due cucchiai di olio extravergine d'oliva con uno spicchio d'aglio. Aggiungete le olive.

Salate con un pizzico di sale fino e, se vi piace del peperoncino secco e coprite. Continuate la cottura per 10-15 minuti. Controllate le olive e giratele di tanto in tanto. Quando cominceranno ad ammorbidirsi, tagliarsi e sfaldarsi un po',  saranno pronte.

Servite le olive dolci fritte con un calice di vino!


mercoledì 8 febbraio 2023

Il Gioco della Ndraia !!

 Il Gioco della Ndraia !!


La psicologia ha visto nel gioco il protagonista dello sviluppo psicologico e soprattutto della personalità del bambino.

Il primo ad occuparsene fu Sigmund Freud, che rintracciò nei giochi del maschio, il tentativo di imitare il padre e ricoprirne il suo ruolo, mentre con i suoi giochi, la bambina cerca di attuare quell'autorità che le viene negata. Freud segnalerà l'attivazione, durante i giochi dei bambini, del processo di identificazione. Il gioco è in grado di aiutarli a superare le loro paure, perché consente loro di trasferire l'oggetto del timore su un altro oggetto, familiare e quindi non pericoloso.

Per molto tempo si sono contrapposte sull'argomento due teorie praticamente opposte: quella del "post-esercizio" di Edward Carr, per cui l'attività ludica servirebbe a ottimizzare una nuova dinamica comportamentale, e quella del "pre-esercizio" di Karl Groos, che vede il gioco come momento propedeutico alla vita adulta.

Queste due teorie sono state armonizzate da Jean Piaget, che riconosce al gioco una funzione centrale nello sviluppo di una sfera cognitiva personale e della personalità.

Un ulteriore affinamento dell'interpretazione dell'attività ludica viene dallo psicologo russo Lev Vygotskij, che considera il gioco anche come forza attiva per l'evoluzione affettiva ed umana del ragazzo, non solo cognitiva come in Piaget.

Vygotskji critica anche le visioni del gioco come attività non finalistica e non produttiva, in quanto, seppur atto totalmente gratuito, costituisce un eccezionale elemento di crescita e di definizione della struttura di personalità in tutti i suoi aspetti. [...]


Fonte Wikipedia 


martedì 7 febbraio 2023

Denti da latte !!

Denti da latte !!

Quando cadono i denti da latte? I denti da latte (o anche “dentatura decidua”) compaiono intorno ai 6 mesi e completano la loro eruzione verso i 30 mesi. Sono in totale 20 (10 nell'arcata superiore e 10 in quella inferiore), tutti cadranno e saranno sostituiti dai denti permanenti.

La caduta dei denti da latte comincia intorno all'età di sei anni. Lo scopo di questo fenomeno fisiologico è di far sì che i denti da latte lascino il posto ai denti permanenti. L'intero processo viene chiamato dai medici permuta.

Ci sono molti aforismi che riguardano i denti, ad esempio, "La lingua batte dove il dente duole" - Come la lingua, involontariamente, torna a poggiarsi sul dente dolorante, i pensieri o i discorsi tornano di continuo sugli argomenti che più ci scottano.


lunedì 6 febbraio 2023

Ondata di Freddo ..

 Ondata di freddo e nevicata del febbraio 1956


La nevicata del 1956 e la relativa ondata di freddo rappresentano un evento meteorologico di particolare rilevanza ed eccezionalità storica per dimensioni del fenomeno che colpì il continente europeo e l'Italia nell'inverno di quell'anno.

Nel mese di febbraio di quell'anno un'ondata eccezionale di freddo investì buona parte dell'Europa e dell'Italia, coprendola di neve e gelo con un'intensità tale da essere definita la "nevicata del secolo": costituì infatti l'evento nevoso più marcato e pesante dai tempi dell'inverno del 1929 per tutta la penisola e i successivi fenomeni del gennaio 1985 e 1986, non meno rilevanti, non ne eguagliarono comunque l'estensione temporale e geografica.

Le cause e la durata del fenomeno

Le principali variabili climatiche responsabili dell'evento consistettero nella discesa di un forte impulso gelido dalle alte latitudini (che determinò il raffreddamento iniziale in Europa settentrionale), nella formazione di un'intensa alta pressione termico siberiana sull'Europa centro orientale, in continue e decise espansioni dell'alta pressione delle Azzorre sul Circolo polare artico (che determinò continui afflussi freddi, i quali alimentarono il nocciolo freddo in Europa) e nella formazione di una depressione mediterranea chiusa, continuamente alimentata da aria artica proveniente dal nocciolo freddo europeo.

Questo insieme di fenomeni creò una situazione difficilmente ripetibile, in quanto è molto rara la coincidenza di tutte le variabili. Interessante anche notare come tutto avvenne senza episodi di riscaldamento stratosferico (stratwarming), di solito principali responsabili di repentini quanto intensi raffreddamenti dell'Europa centrale (1985, 1963).

Tale fenomeno ebbe anche una durata molto significativa, avendo inizio il 27 gennaio 1956 (quando un potente ammasso di aria fredda in quota e al suolo si staccò dalle alte latitudini per scendere verso la Scandinavia) raggiungendo in capo a due giorni la Svezia, la Finlandia, e poi vaste zone d'Europa, compresa l'Italia, che non uscì dalla morsa del gelo fino al 20 febbraio.

In Italia

La fase critica in Italia inizia il 1º febbraio 1956 ed il 2 febbraio la Pianura Padana è sotto l'isoterma -15 °C a 850 hPa, mentre la -20 °C abbraccia interamente le Alpi e bufere di neve interessano tutto il nord con particolare violenza in Toscana ed in Emilia-Romagna. Il freddo fu intenso non solo al suolo ma anche in quota, con l'isoterma di -35 °C a 500 hPa che raggiunse Roma, responsabile di una nevicata divenuta storica. Anche la Sardegna fu interessata da bufere di neve su tutta la regione fin sulle zone costiere.

Già il 4 febbraio tutte le precipitazioni, in atto su buona parte dell'Italia, erano oramai nevose e nuovi impulsi gelidi sulle regioni adriatiche (-40 °C a 500 hPa) raggiunsero il loro massimo il 7 febbraio, quando un potente nucleo gelido in quota colpì le regioni meridionali.

Bufere e temperature gelide, gelo e neve flagellarono queste regioni anche il giorno successivo, quando un nuovo minimo depressionario fra la Corsica e la Toscana provocò ancora intense nevicate a Roma, su tutto il centrosud peninsulare e sulle Isole maggiori. In quei giorni diverse nevicate con accumuli si spingono fin sulle coste siciliane. A Palermo le temperature minime scesero fino a 0 °C e la città venne imbiancata diverse volte da alcuni cm di neve. Nevicate interessarono anche le coste meridionali della Sicilia e la stessa isola di Lampedusa.

Il 13 febbraio giunsero nuove correnti gelide dalla valle del Rodano determinando temperature rigidissime in quota che avvolsero tutto il nord e determinarono intense nevicate che colpirono particolarmente le Marche, l'Umbria, la Toscana e la Sardegna, spostandosi il giorno successivo verso il sud, mentre il gelo dominava sulle regioni centro settentrionali.

Il 15 febbraio ad Anzola dell'Emilia la temperatura minima scese a -26,2 C°, dato che risulta il valore ufficiale nazionale italiano più basso registrato in località di pianura.

Gelo e precipitazioni insistettero ancora nei giorni successivi e nuove nevicate si ripeterono in particolare il 18 febbraio su tutto il centronord, ma nuovamente anche a Roma: la neve continuò fino al 20 febbraio.


Fonte Wikipedia !!


domenica 5 febbraio 2023

Brace !!

Braci ardenti !!

Per brace si intende il residuo della bruciatura del legno, del carbone o di altri materiali a base di carbonio, che rimane dopo l'accensione di un fuoco. Le braci possono emettere luce quando sono a una temperatura molto elevata, e producono calore anche dopo che il fuoco si è estinto. Le braci possono essere usate per cuocere cibo, come nel barbecue, oppure per il riscaldamento domestico: in quest'ultimo caso, messe nel braciere, sono preferite rispetto al fuoco perché irradiano una quantità di calore costante rispetto alle fiamme.

La brace si forma quando il fuoco ha parzialmente bruciato un pezzo di carburante e c'è ancora dell'energia chimica utilizzabile in quel pezzo. Spesso questo succede perché l'energia chimica si trova all'interno e l'aria non può raggiungerla, quindi non viene innescata la combustione in grande scala ma in piccola scala, che consente al materiale di mantenere un'alta temperatura. Quando la brace esaurisce il suo potere di combustibile si trasforma in cenere.

La brace può essere una causa per cui si innesca un incendio in una foresta. Quando le braci sono piccole e leggere (per esempio originanti da foglie bruciate) possono essere trasportate dal vento; in un incendio di grandi proporzioni le braci possono cadere a centinaia di metri di distanza dal fuoco, innescando altri fuochi.


Fonte Wikipedia