giovedì 10 febbraio 2022

La Forza Sublime dei Sentimenti

 I Labirinti degli Antichi Armenti

La Forza Sublime dei Sentimenti

di Egidio Colle

 

Il Protagonista di queste mie riflessioni è il Prof. Emerito Lorenzo e riguardano la sua personalità, il suo pensiero, la sua Professione e la sua inclinazione per la scrittura, soprattutto, in forma poetica.

Parlare di Lorenzo e degli uomini in generale e il cercare di penetrare nel loro ego, a causa della loro unicità e complessità, è compito veramente delicato e arduo. Tuttavia, trattandosi di Lorenzo, uomo e professionista specchiato e mio amico di vecchia data, sarà più agevole è vero, ma resto nella consapevolezza che un’analisi, per quanto approfondita, è quasi sempre riduttiva e non aderente alla pura realtà del recensito e,  quindi, anche di Lorenzo,  per il suo non semplice mondo interiore.

Premetto che nella mia vita raramente ho ricevuto dei regali se non nella ricorrenza della Befana, la cui calza la trovavo riempita di: un mandarino, due o tre noci, un pugno di fichi secchi e alcune zollette di zucchero; chiudevano la grossa calza i carboni di legna di ulivo, prelevati dal focolare. Confesso che ero ugualmente contento,  felice,  come e, forse,  più dei bambini d’oggi.

Premetto anche che Lorenzo è un uomo a cui non piace il palcoscenico, gli piace stare ed operare dietro le quinte perché, essendo schivo per carattere, non ama apparire, esporsi. Anche nel dialogare è sintetico ed essenziale ed ha la grande virtù di saper ascoltare senza mai interrompere l’interlocutore; tanto è segno di tangibile rispetto.

Lorenzo, personalmente, mi ha fatto due regali immateriali che ad alcuni possono sembrare banali, irrilevanti, ma che per me sono di incomparabile valore, per l’enorme impatto emotivo e psicologico. Sono doni speciali che giustificano e la dicono lunga sull’umanità e l’umiltà di quest’uomo dall’animo nobile che, ai tempi attuali,  cosiddetti moderni,  sono divenuti sempre più rari.

Lorenzo è stato forgiato, come tanti altri della sua e, ancor più della mia generazione, dai sacrifici che, in tempi di ristrettezze, gli hanno consentito di acquisire, anche con l’esempio ed i consigli dei suoi genitori, i valori fondanti della vita che, oggi, sono ritenuti antichi e superati,  mentre, secondo il Poeta, dovrebbero essere additati e riproposti alle nuove generazioni per non disperderli nel nulla del mondo agiato, viziato  ed  opulento.

Pertanto, le famiglie, la scuola, le Associazioni Culturali e Sportive e le Parrocchie, dovrebbero impegnarsi e tendere al loro recupero, per sperare in un mondo più umano, altruista e rispettoso del Prossimo. Le regole di civile convivenza tra uomini, popoli e nazioni, non vanno ignorate, disattese, ma scrupolosamente osservate ed entrare nel costume di vita di tutti e di ciascuno.

Tanto auspica Lorenzo, uomo, docente, poeta, e padre.

Ed ora passo a trattare, in modo succinto, dei regali che ho ricevuto da Lorenzo, regali che per me sono stati terapeutici, anche in considerazione della mia età non più ruggente, dalla mente non più elastica, spugnosa, aggravata dalla difficile situazione sanitaria che ha colpito, di sorpresa, il mondo intero, non pronto a ricevere questo sgradito ospite covid-19 che ha provocato e provoca ancora numerose vittime, ricordate da Lorenzo con dolore.

Ecco il primo dono ricevuto da Lorenzo: Egli amico e collega, mi ha onorato, quasi quotidianamente e per lungo tempo, della sua premurosa presenza, portandosi nella mia abitazione, non distante dalla sua. Le visite, di breve durata, hanno addolcito la mia solitudine che ormai vivo con cristiana rassegnazione, a far tempo dall’incolmabile  vuoto  lasciato  dalla  dipartita  della  mia  amata  Giovanna.

La compagnia di Lorenzo, oltre ad essere stata salutare, ha affievolito le sofferenze psicologiche e mi ha incoraggiato a proseguire senza timore e con più leggerezza, fiducia e speranza,  in questo delicato scorcio della vita.

 

-Secondo dono-

Lorenzo è autore raffinato di una vasta produzione poetica, edita sui social, ma a me ignota, in quanto privo di mezzi tecnologici moderni. Tuttavia, nel corso dei lunghi mesi trascorsi in forzata clausura tra le mura di casa, mi ha fatto dono, in maniera centellinata, allo scopo di non ingolfare la mia stanca mente, di numerose, (oltre sessanta) liriche che mi hanno piacevolmente intrattenuto e regalato momenti di benefico relax.

La lettura e rilettura, inoltre, mi hanno consentito di scrutare nell’intimo di un poeta sensibile, gentile, solidale, mite, sobrio, altruista, dotato di grande Pietas Cristiana, evidenziata ogni giorno nel suo Modus Vivendi.

La poetica di Lorenzo è tendenzialmente rispettosa delle regole della Poesia Classica, ma sempre più si è avvicinato, con convinzione, ma senza troppa enfasi, alla forma libera della dominante Lirica Moderna, sciolta, aperta, accessibile, nella consapevolezza che il realismo attuale, pur avendo soppiantato, quasi del tutto, l’espressione oscurantista esercitata tra le due guerre mondiali, ha contribuito, mi auguro, ad accostare i giovani alla Poesia che rappresenta, con l’Arte e la Musica, l’espressione  più alta e sublime del pensiero umano.

Si sa che i ragazzi sono sempre più allergici ai libri e più vicini ai social che, se non gestiti con intelligenza e senso di responsabilità e con correttezza, sono messaggeri di vanità ed insana cultura.

Un tempo non troppo lontano, a differenza di oggi, le poesie venivano imparate a memoria; questo metodo rappresentava, infatti, un ottimo esercizio per la mente, venivano commentate e tradotte in versione in prosa, con la ricerca di vocaboli, per un utile arricchimento culturale.

La poesia moderna, in verità, facilita la lettura e l’interpretazione dei messaggi veicolati dai versi, ma, a mio modesto avviso, ha perso,  in parte o totalmente, quell’alone di magia e di mistero che dovrebbero caratterizzarla. L’assenza di rima e, ancor peggio, della punteggiatura (Anima della scrittura) fanno mancare ai versi l’eufonia, strumento indispensabile per dare sonorità alle liriche; infatti, in assenza di questi  elementi  La Poesia  è  più  prossima  alla  Prosa .

Di tanto,  Lorenzo è consapevole e nell’esprimere i suoi sentimenti, le sue emozioni, e le sue sensazioni, si destreggia tra il classico e il moderno, per assicurare, ai suoi componimenti,  le peculiarità  essenziali.

Il suo verseggiare è delicato, morbido, incisivo; le immagini, saggiamente associate alle liriche, sono in perfetta sintonia con i pensieri espressi. Il ricordo di un intenso vissuto, di un “ieri” che, anche se non evocato con rimpianto, suscita nel poeta un po’ di nostalgia non fosse altro che per la semplicità, genuinità e autenticità dei Valori inculcati,  quasi naturalmente.

Lorenzo coniuga, nei suoi brani lirici, perfettamente, la descrizione dei luoghi e le memorie della sua giovinezza; per Lui, inoltre, si rivela non agevole il connubio tra tradizione e tecnologia, tra passato e presente,  spesso in antitesi.

Per quanto attiene la Fede, in Lorenzo è intensamente presente quella Cristiana, infatti, frequenta assiduamente La Parrocchia e per alcuni anni si è reso disponibile ad effettuare il doposcuola in favore dei ragazzi con svantaggio socioculturale e con problemi di apprendimento, appartenenti a famiglie con disagio socioeconomico.

Lorenzo rievoca, con affetto nostalgico la Memoria della Madre, la cui dipartita, quando  aveva  l’età  di  nove  anni,   lo lascia nello sconforto più totale.

Scrive la Lirica “A Mia Madre” premiata con Menzione d’Onore in un Concorso Letterario dell’Associazione Culturale Dante Alighieri di Padova, di cui si onora di far parte, nella Quinta Edizione Premio Nazionale di Poesia Classica in Lingua Italiana  e  Lingua  Veneta  “Cento  Poesie  e una  Lyra” :

A Mia Madre

E' scritta nel tuo sguardo la mia storia
incanto di nostalgico dolore
e tu m'amasti sempre e m'ami ancora
sento le tue carezze calde e madri

ma per goderti il fato m'ha negato
il tempo dei tuoi baci appassionati
un soffio non durò l'esserci insieme
così  io vivo dentro gli occhi tuoi

l'onirica presenza che accarezza
ti guardo e tu mi guardi nella notte
e corro fino a te dove tu sai

e penetrarmi  sento  quello sguardo
calore che s'infrange nel mio sangue
scheggia nel cuore d'ultimo respiro


Lorenzo 10.5.2010

 


La Giuria del Premio Letterario così scrive, nella motivazione del Premio:


Per la Poesia "A MIA MADRE"

a  LORENZO:



“Tutta la vivezza lirica di questi versi

è nelle sfumature e nelle dolcezze filiali,

fatte presenti e preziose e indimenticabili;

è nel dolore del Poeta, affidato più al

silenzio allusivo e colmo di rimpianto,


che alle parole:

una confessione muta, una trattenuta,

ma ugualmente "cantata" commozione”.


Il Presidente dell'Associazione

Piergiorgio Boscariol

Padova, 28.10.2010

 

E ancora,

 

Struggente e commovente l’attesa e la rievocazione del ritorno del padre dalla guerra. Lorenzo così rievoca:

Da “Memoria”

“Gli occhi fissi avanti a quella porta

..

un punto in fondo che s’avvicinava

..

presagio d’un ritorno assai sognato

nelle notti vissute nell’attesa”

 

 Da alcune composizioni si percepisce forte la nostalgia e il richiamo della sua terra.

Lorenzo, al Nord Italia per l’insegnamento in una città evoluta e prestigiosa, avrebbe potuto benissimo fermarsi e formarsi una famiglia e vivere in un mondo più rispettoso ed accogliente. Tutto ciò non si è verificato ed appena ha potuto ha abbandonato l’agiatezza del Nord Italia, facendo ritorno all’amato quanto problematico Sud, perché forte era il richiamo della famiglia, del suo borgo natio, del profumo del mare di Santo Spirito, del clima sempre mite e del territorio murgiano della Puglia.

 

Da “Ricordo di un tempo”

 

“E quando infine mi ritrovo indietro,

torna alla mente l’ottobrina festa

sbarcato sui binari di stazione.

la scuola a due passi dai binari,

rimasta adesso già così com’era

una caserma, come si diceva

nell’universo mai pensato prima

..

in fondo, ancora, chiesa di preghiera

d’invocazioni e grazie messaggera”

 

Il Poeta ha radicato profondamente il senso dell’appartenenza ai luoghi d’origine,  alla bellezza del centro storico che ingloba numerosi archi con l’Effigie della Vergine Immacolata, viuzze, slarghi, ripide scalinate e pianerottoli con inferriate e vasi fioriti di gerani, garofani, petunie, dai colori sgargianti.

Il legame è stretto per le vecchie tradizioni che hanno segnato, per molti secoli, la Storia ricca di questo importante Centro del Nord Barese .

 

 

Da “Arco antico”

 

“Arco d’un tempo in un interno avito

lo specchio d’una pesa pasculante

sosta dei carri o di braccianti stanchi

venienti dopo giorni di fatica”

Lorenzo ha alto il principio morale, dell’etica professionale, della giustizia, della legalità e del rispetto.

Nei confronti dei giovani d’oggi, si pone, sovente, criticamente, perché, essi danno tutto per scontato, per acquisito. Ad essi tutto è dovuto, schivando i sacrifici personali, dalla società e, in special modo, dai genitori, nei confronti dei quali, si pongono, senza giustificazioni, in posizione conflittuale. L’angoscia di Lorenzo si fa sentire allorquando i ragazzi, apprendendo in strada che fa scuola, più che in famiglia, si lasciano ingannare e deviano dalla Via Maestra  e si immergono, con superficialità ed irresponsabilità, nell’illegalità, finendo nel mondo della droga o dell’alcol, spacciando e assumendone direttamente con conseguenze disastrose, invalidanti,  in quanto distruggono i neuroni del cervello.

Per evitare ciò bisognerebbe erigere un solido muro di solidarietà e dirigere i ragazzi al dialogo, alla disciplina, all’osservanza delle regole e ad intraprendere, finchè sono in tempo,  la retta via ed isolare  cattive  compagnie  ed effimeri  momenti di felicità..

Lorenzo, benché d’altra generazione, è ottimo conoscitore delle problematiche giovanili e, per correggerne la rotta, con la sensibilità di un docente ispirato e paziente e di poeta, ha profuso le sue migliori energie per contribuire a formare l’uomo  e  l’onesto  cittadino,  degno di vivere in una comunità di gente operosa.

Lorenzo, in particolare, nel corso della sua lunga e proficua attività didattica, ha curato, con competenza ed affetto paterno gli Allievi Diversamente Abili, in qualità di Docente Specializzato in Attività di Sostegno.

Al Prof. Lorenzo venivano affidati, dal Preside, gli alunni più “difficili” (e di ciò ne ho prove dirette) che ha servito con costante dedizione. Ma egli ha fatto di più: si è periodicamente recato finanche a casa degli alunni, a colloquio con i genitori per pervenire ad una migliore conoscenza di questi e, con loro, concordare gli interventi più opportuni  in rapporto alla patologia di ciascuno.

Lorenzo proprio in virtù della sua inclinazione verso i più bisognosi, deboli, ultimi, scartati dalla società, per dirla con la voce di Papa Francesco, non ha neppure tentato di passare alla più comoda Cattedra normale di Materie Letterarie, pur avendone i titoli, essendo laureato in Pedagogia. Da ciò traspare, inequivocabilmente, l’umiltà, l’umanità, la bontà di questo raro professore.

Si arguisce facilmente che il lavoro del Docente di Sostegno è faticoso e usurante e, soprattutto, non è neanche prevista una indennità particolare di natura economica e di carriera. Lo si esercita soltanto per vocazione, per passione e non per altri fini. A questo punto,  mi sembra opportuno chiarire che lo stipendio dell’Insegnante di ogni Ordine e Grado è tale da non consentirgli di giungere a fine mese,  specialmente se ha a carico: Consorte casalinga, figli agli studi, fitto di casa e tutte le altre incombenze di ordine finanziario.

Lorenzo trova ubertosa ispirazione dall’acuta osservazione della natura che lo circonda, dalla bellezza del Creato, e, suo malgrado, dallo scempio di cui l’uomo è artefice, accecato dal guadagno e dall’arricchimento, spesso frutto dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Da “Speranze”

“Diversi oggi, verità ingrata

Il nulla li circonda, i disvalori,

branco di lupi affamati di noia

senza obiettivi e vuoti di valori.

trascurano il sogno che l’invita

poco attinente a incanto della vita”

Con commozione e angoscia, il poeta fa memoria della sosta dei feretri nell’attuale Piazza Caduti del Terrorismo e dello struggimento dei familiari.

 

Da “Cinque Croci”

“Croci al limitar del lungo viale

un tempo aperto ai bianchi crisantemi

lì si fermava un piccolo corteo

all’imbrunire d’un funesto giorno,

si tratteneva per mesto cordoglio

per preci e ossequi ai prossimi parenti

e poi riprendeva la sua via,

la strada dei cipressi e del rimpianto

cammino che conduce al camposanto”

 

E ancora:

da “Arco antico”

“Di là dall’arco al margine di roccia

un blocco di granito un paracarro

le croci che si levano al dolore.

Cortei funesti in sosta di cordoglio,

già prima di riprendere la via

tra filari di pianti e di cipressi”

 

La sua attenzione è rivolta anche ai paesaggi, ai pittoreschi borghi antichi, ai mestieri di un tempo andato, quasi del tutto soppiantati da un rapido processo di industrializzazione  e  meccanizzazione  ed obliati  alla  memoria  dei  giovani  d’oggi.

 

Da “I potatori”

“Ricordo i potatori d’una volta

rami d’ulivo spogli delle drupe

tagliavano quel più dopo raccolta”

 

Da “Raccolta delle Olive”

“Antico rituale in incombenza,

reti distese ai tronchi secolari

smuovono i rami carichi di frutti,

dita d’acciaio  brancano  le  drupe

dall’alto verso il basso scuoton  rami”

 

Da “Sporta”

“Eppur di cosa si sentiva odore

di pioggia sui tratturi della murgia

e già si preparava  sporta  in  giunchi

per porvi dentro i funghi cardoncelli”

 

Inoltre dallo scrigno di Lorenzo, l’Amore trasuda per il paese natio ed il territorio in parte  murgiano  che  l’attornia.

 

Da “Murgia”

 

“Così il tuo sorriso si proietta

e lo gusto tra mare e la collina

dolce visione della murgia mia.

Il respiro del tempo m’incatena

in aria trasparente di tal luogo.

valli e costoni, viadotti, tratturi

nei viaggi li ho rivisti e assaporati”

 

Da “Muretto a secco”

“Muretto a secco un limite  a sentieri

di murgia sconfinata e di campagna,

un  argine  a  confine  d’ulivetì

un dono di natura per la terra

Pietre strappate alla madre terra”

 

Il Poeta continua ad esternare, con sensibilità e semplicità, i caratteristici muretti pugliesi ed i tratturi d’antica percorrenza.

 

Da “Tratturo”

 

“Un tratturo d’antica transumanza

armenti che ritornano a svernare

dopo stagione in pascolo solare

Sentiero  impervio, strada che racconta

Il labirinto degli antichi  armenti

In sosta nottetempo negli spazi

Il tratturo  s’allunga come rivo

per carri e ruote o piedi di pastori”

 

e ancora,

 

Da “Radice”

“L’amena  murgia  regno  silenzioso

di pietre e macchie di silvestre effige

sembra un ricamo di ventaglio alpino”

 

Nei componimenti poetici, che ho attraversato con rispetto e interesse, sovente, Lorenzo non manca di ricordare lo sforzo operoso, dignitoso degli instancabili contadini e braccianti agricoli ed il contributo che la terra dà alla storia economica del paese.

Sono convinto che la poesia di Lorenzo, raffinata e concreta, sia ispirata,  sostenuta e baciata dalla Musa Calliope, e si palesa con emozione e genuina freschezza, con stile personale ed inconfondibile.

Ringrazio l’amico leale e fraterno e lo incoraggio, in divenire, a proseguire la sua ricerca e ad esprimere i suoi sublimi sentimenti, idee, principi, valori ed eventi, per dare un reale contributo alla crescita e formazione dei ragazzi e alla Letteratura del Nostro Paese.

Caro Lorenzo,  Ad  Majora  semper.

Prof. Egidio Colle

Gennaio 2022