lunedì 25 settembre 2023

Sant' Agostino

Sant'Agostino 


Questo grande dottore della Chiesa nacque a Tagaste, (oggi in Algeria) nel 354. Ricevette la prima formazione culturale a Medaura, poi studiò a Cartagine, dove aderì al manicheismo, dottrina secondo cui il mondo è dominato da due divinità, il Bene e il Male, in perenne lotta fra loro. Dopo avere aperto una scuola a Tagaste, passò a Roma. Da lì, superata una grave malattia, salì a Milano – dove lo raggiunse la madre - per occupare una cattedra di retorica, nel 384. Qui conobbe Ambrogio, le cui spiegazioni della Scrittura lo conquistarono. A 32 anni, durante un momento di riflessione, gli parve di sentire come una cantilena che diceva: «Prendi e leggi»; aprì il libro delle lettere paoline alle parole «Comportatevi onestamente… non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze… Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rom. 13, 13). Colpito dalla grazia, dopo aver raccontato alla madre l’accaduto, si convertì dando l’addio alla sua vita disordinata e nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 387 fu battezzato da Ambrogio. Dopo un periodo trascorso a Cassiciacum (a nord di Milano) compose alcune opere apologetiche contro i manichei e, morta sua madre a Ostia, tornò in Africa col figlio Adeodato, dopo averne rinviato la mamma per consiglio di Monica. Ordinato sacerdote a Ippona nel 391, quattro anni dopo fu nominato vescovo di quella città. Nella basilica della Pace per 35 anni commentò le Scritture, amministrò la giustizia, curò i beni ecclesiastici e confutò eretici, manichei, donatisti e pelagiani. Con un regime regolato di vita comune, condiviso con alcuni del suo clero, scrisse le sue opere più note, come le Confessioni, Dottrina Cristiana, La città di Dio e La Trinità. Morì il 28 agosto del 430, mentre la città era assediata dai Vandali. Il suo corpo fu traslato in Sardegna, poi Liutprando lo portò a Pavia, dove è venerato nella chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro.


Sulla Morte: Pensiero di Sant'Agostino "La morte non è niente..."   


La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.  Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.  Prega, sorridi, pensami!  Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.  La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.  Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace. 


Fonte: Famiglia Cristiana 28 Agosto 2023  e Pensieri di Sant'Agostino. Foto Wikipedia

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