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“Perché tutto ciò che ho scritto è come paglia per me”
un Apoftegma di S. Tommaso: Con questo nome chiamarono i Greci un detto breve e sentenzioso
Santi nascosti
Era il 6 Dicembre 1273, Tommaso d’Aquino, uno dei più grandi teologi e filosofi della storia, stava vivendo la celebrazione dell’Eucarestia, ad un dato punto avvenne qualcosa di straordinario – stando al racconto di Bartolomeo da Capua, un qualcosa, un evento che lo turbò in profondità e provocò in lui un radicale cambiamento, un qualcosa che cambio il tutto.
Tommaso, grande scrittore, grande commentatore di Aristotele, con alle sue spalle una produzione letteraria sterminata – dal quel giorno – non scrisse né detto più nulla.
Il suo segretario Reginaldo da Piperno, mentre lo esortava, nonostante l’età, a riprendere il lavoro anche se con maggiore lentezza si sentì rispondere così dal maestro Tommaso:
“Reginaldo, non posso, perché tutto ciò che ho scritto è come paglia per me. […], è come paglia in confronto a ciò che mi è stato rivelato […]. L’unica cosa che ora desidero è che Dio dopo aver posto fine alla mia opera di scrittore possa presto porre termine anche alla mia vita”
Tommaso probabilmente ebbe una visione mistica e la forza di tale contemplazione lo fece rendere consapevole della Bellezza ineffabile di Dio tanto da considerare secondario o “spazzatura” come direbbe Paolo, tutto ciò che prima aveva tentato di balbettare su Dio.
Di lì a poco il desiderio dell’Aquinate fu esaudito, il 7 Marzo 1274 tornò alla Casa del Padre.
Fonte Le grain de blè
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