L'apprendimento, nella psicologia cognitiva, è il processo di acquisizione di nuove conoscenze, comportamenti, abilità, valori o preferenze e può riguardare la sintesi di diversi tipi di informazione. Possiedono questa capacità gli esseri umani, gli animali, le piante. L'evoluzione del comportamento nel tempo segue una curva di apprendimento.
Lo studio dell'apprendimento umano fa parte della psicologia sperimentale, della pedagogia, della psicologia cognitiva e delle scienze dell'educazione. Le istituzioni dell'educazione formale devono tener conto dei principi generali che regolano l'apprendimento nella stesura del progetto educativo.
Numerose sono le agenzie sociali che producono apprendimento informale. Possono essere appresi sia comportamenti adattativi che disadattivi.
Generalità
L'apprendimento è un processo cognitivo automatico della acquisizione di informazioni che deriva da una nuova esperienza o dalla pratica di nuovi comportamenti, ovvero una modificazione di un comportamento complesso, abbastanza stabile nel tempo, derivante dalle esperienze di vita e/o dalle attività del soggetto. Esso è dunque un processo "esperienziale": le nostre esperienze, compresa l'attuazione di nuove attività, possono infatti influenzare significativamente le nostre connessioni neuronali e quindi le nostre strutture cerebrali.
Dal punto di vista psicologico, l'apprendimento è dunque una funzione dell'adattamento di un soggetto risultante dall'esperienza di un problema o contesto nuovo (o cambiamenti nel contesto), ovvero un processo attivo di acquisizione di comportamenti stabili in funzione dell'adattamento ai cambiamenti nell'ambiente (o contesto), che costituiscono, per il soggetto, problemi da risolvere. In sostanza, apprendere vuol dire acquisire nuove modalità di agire o reagire per adattarsi ai cambiamenti dei contesti ambientali, compresi i contesti relazionali. Se i comportamenti modificati dall'esperienza sono relativamente semplici, si parla di condizionamento, fenomeno dovuto all'esposizione a nuovi stimoli interni o esterni.
È possibile caratterizzare nell'apprendimento due distinti aspetti: - l'apprendimento come legato ad un cambiamento nella configurazione di stimoli (o presentarsi di nuovi problemi). - l'apprendimento come legato all'esperienza di un'esposizione continuativa alla stessa configurazione di stimoli. Da queste caratteristiche del processo risultano anche le definizioni operative che consentono di misurare l'apprendimento stesso.
È possibile distinguere l'apprendimento dalla maturazione (che non dipende dall'esposizione ad alcuni stimoli esterni, ma dallo sviluppo delle strutture biologiche dell'individuo e della specie). Con l'esposizione a contesti diversi, l'apprendimento tende ad aumentare le competenze e i repertori comportamentali degli individui, ampliando la gamma di problemi che possono affrontare e gestire. La maturazione tende a far emergere caratteristiche comuni in individui ben adattati della stessa comunità. Cambiamenti del potenziale comportamentale a breve termine, come ad esempio la stanchezza o transitorie influenze ormonali, non costituiscono "apprendimento". Alcuni cambiamenti a lungo termine, viceversa, non dipendono dall'apprendimento ma dall'avanzare dell'età (maturazione o invecchiamento). Lo sviluppo personale, quindi, risulta un intreccio di apprendimento e maturazione.
La "maturazione" invece è descritta da Lev Semënovic Vygotskij come strutturazione della base culturale dell'individuo: questa sarebbe determinata dall'ambiente naturale e storico-sociale, che prende il controllo dei comportamenti, al ridursi delle motivazioni biologiche.
Tra le abilità che possono essere apprese c'è l'apprendimento stesso. Si può imparare ad apprendere. Lo spostamento da apprendimenti di primo livello a quelli di secondo livello produce quello che Gregory Bateson definisce Deuteroapprendimento.
L'educazione risulta l'attività umana socialmente regolata e designata a promuovere l'altrui apprendimento.
[Nel contesto insegnamento-apprendimento si inserisce l'educazione permanente].
Per "educazione permanente" si intende l'attività di perfezionamento e di studio svolta in modo costante da un singolo individuo o da un'organizzazione nel suo insieme per aggiornare e sviluppare le conoscenze e le tecniche professionali.
Elementi caratteristici dell'educazione permanente
Oggigiorno la società si trova a giocare nuove sfide rispetto al passato. Questi nuovi tempi richiedono una maggiore flessibilità a seguito dei continui cambiamenti che coinvolgono tutte le dimensioni della vita: politica, sociale ed economica. Molti parlano di una società della conoscenza che accompagna i nostri tempi. Una società che vuole valorizzare l'individuo e il suo continuo crescere, riflettere e acquisire nuovi saperi e nuove conoscenze come capitale intellettuale a fondamento dello sviluppo sociale del paese. La nostra società è sempre più volta ad impegnarsi in nuove logiche di processo e di innovazione in tutti gli ambiti dell'attività umana. L'uomo deve allora saper coltivarsi, ovvero saper apprendere. L'apprendimento non è più un percorso che deve concludersi al termine dell'istruzione, ma deve divenire un apprendimento continuo, per tutta la vita per promuovere una nuova cultura dello sviluppo.
Il concetto di educazione permanente è dunque rappresentazione di questa società dove si deve favorire l'apprendimento in contesti formali, informali e non formali e non solo in quei contesti tradizionali volti all'apprendimento, bensì in qualsiasi ambito e durante l'intero arco della vita.
L'educazione permanente, in questa prospettiva, offre un miglioramento delle conoscenze, delle capacità, delle competenze al fine di promuovere la cittadinanza attiva, l'autorealizzazione, l'inclusione sociale e l'adattamento professionale. L'educazione richiede dunque una continua ricerca di strumenti affinché tutti possano essere inclusi in questo processo.
Promuovere un'educazione permanente è oggi uno degli obiettivi delle politiche internazionali e delle comunità europee.
I quattro pilastri dell'educazione
Imparare a conoscere: significa acquisire gli strumenti della comprensione; presuppone che la persona impari ad imparare attraverso l'esercizio della memoria, della concentrazione, della riflessione.
Imparare a fare: consiste nel mettere in pratica ciò che è stato appreso ed è legato al problema della formazione professionale. Ciò che è conosciuto deve poi essere messo in atto ed essere adattato al mondo del lavoro.
Imparare a vivere insieme: afferma che una buona e vera educazione deve fare in modo che si riesca ad evitare i conflitti, deve far insorgere nei giovani il rispetto verso gli altri, verso la loro cultura e i loro valori. Perché ciò avvenga, le persone devono essere in grado di portare avanti una graduale scoperta verso gli altri, anche se però, per arrivare a questo punto finale, bisogna prima essere in grado di conoscere sé stessi.
Per vivere assieme bisogna, inoltre, saper porre obiettivi comuni che durino per tutto il corso della vita.
Imparare ad essere: indaga lo sviluppo totale dell'individuo, facendo in modo che ognuno possa arrivare ad una completa realizzazione personale attraverso lo sviluppo di corpo e spirito, intelligenza, responsabilità, valori e autonomia.
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Fonte Wikipedia
Un ultimo concetto sul dualismo insegnamento-apprendimento: l'insegnamento è il processo di impartire conoscenza e istruzione. l'apprendimento è l'acquisizione di conoscenze, comportamenti, abilità, valori, ecc.:
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Comunque, prima di analizzare gli strumenti necessari che l’autore del cambiamento deve adoperare in alternativa al sistema educativo «...» e ancora più indispensabile in presenza di situazioni problematiche complesse, è doveroso chiarire il senso del termine “Empatia”.
Essa consiste nel DIALOGO e nell’ASCOLTO, nella convivenza democratica, nel confronto continuo, nell’INTERSOGGETTIVITA’, e ancora, consiste nel CONOSCERE SE STESSI ATTRAVERSO GLI OCCHI DELL’ALTRO.
Il termine, dal tedesco Einfühlung che equivale a «partecipazione emotiva» o «empatia», trova la sua più ampia e definitiva sistemazione nel pensiero del THEODOR LIPPS filosofo e psicologo tedesco (1851-1914). L’empatia indica la capacità di immedesimarsi in un’altra persona fino a cogliere i pensieri e gli stati d’animo.
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L’INSIEME E’ MIGLIORE DELLE PARTI
Chi non vede
chi non capisce
che pietre, mattoni e tegole
sono, nello stesso tempo, tutto
e niente
per diventare una casa?
In mucchio hanno valore di speranza.
A servizio di un progetto,
vivendo l’unità,
esse formano un insieme,
e l’insieme
è migliore delle parti disperse.
HALDER CAMARA
L’autore della poesia vuol dirci, con l’esempio della casa che è formata da mattoni, tegole e pietre e che questi elementi valgono molto nell’insieme e niente da soli, che tutti noi non siamo nessuno se non ci inseriamo nel contesto sociale; infatti come diceva anche JOHN DONNE: la realizzazione di sé si basa sul fatto che gli uomini hanno bisogno gli uni degli altri proprio per essere se stessi e che raggiungono alti livelli di indipendenza e di maturità solo quelle persone che sono riuscite a stabilire rapporti soddisfacenti con gli altri.
Tratto da "Educazione e Società Complessa" Relatore Chiar.mo Prof. G. Russillo
Tesi di Laurea mia in Pedagogia UNIBA A.A. 1996/97
Lorenzo 5.7.24